Chissà come si fa a crescere?!
Arriva un momento della tua vita in cui lo senti proprio, il bisogno di fare un salto, hai quel pauroso bisogno di non sentirti più "un bamboccione" anche se nessuno ti ha mai considerato tale per quello che hai fatto fin'ora, tu chissà per quale connessione neuronale, ti ci senti comunque.
E allora scatta dentro la testa il bisogno assoluto di lasciar perdere i benedetti libri strapieni di formule e buttarsi su altro, riprendere in mano la tua vita partendo dalle tue gambe che non ne possono più di stare sedute tutto il giorno. Perché pensi che se magari, invece di farti abbindolare dalla tua bravura nella matematica, ti fossi dedicata al tuo corpo, adesso saresti più figa, più ignorante, sicuramente meno in grado di usare i numeri, ma magari più felice.
Non so, forse è solo un momento che capita a tutti nella vita: il dubbio di aver sbagliato tutto. Il pensiero fisso in fondo al cervello che invece di voler fare l'ingegnere meccanico avresti dovuto startene al posto tuo e fare chessò, la groupie come pensavi nel tuo momento di ribellione a 15 anni o l'estetista.
O forse scatta perché a 27 anni la tua parte da maschiaccio è definitivamente sparita e fai fatica a sopravvivere in un mondo di uomini e pensi che magari se ti dedicassi alla moda, alle scarpe, alle amiche tutto sarebbe più facile e magari prima o poi potresti avere anche una famiglia, cosa che attualmente ti sembra così impossibile e lontana che l'unica scappatoia è rifugiarti nei tuoi improbabili sogni sotto le coperte.
Perché in questo Paese sembra impossibile conciliare le cose e quindi l'ultima alternativa che ti rimane è andartene ancora più lontano. Più lontano dalle tue radici, dalle colline e dai paesaggi che hai imparato ad amare perché sono loro che ti hanno cresciuto insieme ai tuoi cari, più lontano dall'amore, più lontano dall'amicizia vera, quella che non muore mai.
Come si fa a crescere quando crescere significa lasciare indietro tutto e tutti!?
Come si fa........!?
Si fa lo stesso...in silenzio, senza dire una parola di quello che davvero ti frulla in testa...
Arriva un momento della tua vita in cui lo senti proprio, il bisogno di fare un salto, hai quel pauroso bisogno di non sentirti più "un bamboccione" anche se nessuno ti ha mai considerato tale per quello che hai fatto fin'ora, tu chissà per quale connessione neuronale, ti ci senti comunque.
E allora scatta dentro la testa il bisogno assoluto di lasciar perdere i benedetti libri strapieni di formule e buttarsi su altro, riprendere in mano la tua vita partendo dalle tue gambe che non ne possono più di stare sedute tutto il giorno. Perché pensi che se magari, invece di farti abbindolare dalla tua bravura nella matematica, ti fossi dedicata al tuo corpo, adesso saresti più figa, più ignorante, sicuramente meno in grado di usare i numeri, ma magari più felice.
Non so, forse è solo un momento che capita a tutti nella vita: il dubbio di aver sbagliato tutto. Il pensiero fisso in fondo al cervello che invece di voler fare l'ingegnere meccanico avresti dovuto startene al posto tuo e fare chessò, la groupie come pensavi nel tuo momento di ribellione a 15 anni o l'estetista.
O forse scatta perché a 27 anni la tua parte da maschiaccio è definitivamente sparita e fai fatica a sopravvivere in un mondo di uomini e pensi che magari se ti dedicassi alla moda, alle scarpe, alle amiche tutto sarebbe più facile e magari prima o poi potresti avere anche una famiglia, cosa che attualmente ti sembra così impossibile e lontana che l'unica scappatoia è rifugiarti nei tuoi improbabili sogni sotto le coperte.
Perché in questo Paese sembra impossibile conciliare le cose e quindi l'ultima alternativa che ti rimane è andartene ancora più lontano. Più lontano dalle tue radici, dalle colline e dai paesaggi che hai imparato ad amare perché sono loro che ti hanno cresciuto insieme ai tuoi cari, più lontano dall'amore, più lontano dall'amicizia vera, quella che non muore mai.
Come si fa a crescere quando crescere significa lasciare indietro tutto e tutti!?
Come si fa........!?
Si fa lo stesso...in silenzio, senza dire una parola di quello che davvero ti frulla in testa...
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